Roberto Marai commenta con noi la fiera IAAPA Expo Orlando svoltasi questo mese negli Usa
Il nostro reportage dalla IAAPA Expo Orlando uscirà il mese prossimo, ma visto che anche lei è appena rientrato da quel salone, ci piacerebbe avere le sue impressioni. È la prima fiera al mondo per il settore dell’entertainment non solo per via dei numeri che raccoglie, ma anche per i suoi contenuti, vero?
“Assolutamente sì, senza ombra di dubbio la fiera di Orlando è l’evento di punta del nostro settore. È un appuntamento fondamentale e irrinunciabile per tutti gli operatori, che permette di studiare in anteprima tutte le novità del mercato e venire a conoscenza dei trend che si sviluppano nel settore a livello globale”.
Nel mare di prodotti in mostra, ha osservato qualche trend forte che potrebbe interessare anche il comparto delle sale giochi, bowling e Fec?
“Sicuramente è sempre più intensa la presenza della realtà virtuale. C’è un’offerta veramente ampia, a tal punto che diventa complicato identificare le alternative più indicate per il nostro mercato nazionale. Devo dire che l’esperienza personale con questo tipo di tecnologia non mi ha però fino ad adesso gratificato appieno; non è semplice riscontrare in Italia un esempio di investimento nella VR che sia stato in grado di ripagare i costi in tempi utili. Alla fiera di Orlando, anche quest’anno è stata poi importante la presenza delle macchine a ticket, con proposte molto interessanti e di spicco. In particolare, come di consueto Ice Games ha portato nuove redemption, di grande impatto e dall’aspetto performante. La proposta di nuovi videogiochi mi è sembrata discreta, con titoli di valore come Nitro Trucks di Raw Thrills. Una sfida che mi intriga è inoltre quella delle stampe istantanee personalizzate. Si tratta di una gamma di prodotto che per il momento non ha uno sfruttamento adeguato in Italia, ma presenta potenzialità notevoli in diversi ambiti di mercato. A breve effettueremo dei test, che terrò in grande considerazione: per me si tratta di uno strumento utile per ampliare un mercato in difficoltà e risollevare il nostro settore cercando alternative di investimento remunerative”.
Dica la verità, da operatore italiano è rientrato da Orlando più galvanizzato per tutto quello che ha visto o più mortificato per il fatto che molti di quei prodotti non potranno forse mai esserci nel nostro Paese?
“La sensazione che lascia Orlando è qualcosa di complicato da descrivere a parole. Presenta all’operatore una vasta gamma di proposte innovative, alternative, ma spesso richiedenti sforzi economici considerevoli. A livello personale, vivendo la situazione difficile di un mercato domestico sempre più limitato e penalizzato da complicazioni burocratiche, mi lascia un po’ di amaro in bocca. Ci troviamo nel pieno di un’era di sviluppo e opportunità senza precedenti, e sarebbe legittimo aspettarsi che anche la mentalità normativa e legislativa italiana evolvesse e vi si adeguasse. Noi italiani torniamo quindi tutti, credo, con un lieve senso di depressione, in quanto consapevoli di avere assistito alla presentazione di un mondo di alternative e possibilità, ma altrettanto consci dei vincoli a cui si è sottoposti, sia dal punto di vista burocratico, sia dal fatto che ci sia poca accessibilità a zone con bacini di utenza ampi, che favorirebbero la piena espressione degli investimenti effettuabili così come un più rapido ammortamento delle strutture”.
Potendolo fare, c’è comunque un gioco che avrebbe voluto portare con sé in Italia?
“Ci sono macchine che, come di consueto, porterò in Italia per testarle nella nostra dimensione. Per riprendere quanto detto prima, grazie alla nostra storica collaborazione con Ice, a breve potremo vedere nuove redemption come Centipede ed All-In all’opera nel nostro paese. Devo ammettere, comunque, che non sono riuscito a trovare qualcosa che sia in grado di rivoluzionare il settore, qualcosa che riesca a coinvolgere per la maggior parte possibile un pubblico tanto vasto ed eterogeneo. Gli ostacoli sono sempre numerosi e dei più disparati, dai costi proibitivi ai limiti di fruibilità. Per fare un esempio concreto, la realtà virtuale ha generalmente costi elevati per l’impianto, a cui si aggiunge il costo di un operatore, quasi sempre necessario per farla funzionare. Vi è inoltre una vasta porzione di pubblico che soffre di malessere e vertigini quando prova la realtà virtuale, il che riduce considerevolmente il numero di utenti potenziali. Ho potuto apprezzare in ogni caso la presenza di simulatori dalle caratteristiche importanti, con movimenti sempre più dinamici e immersivi. Rimane sottinteso che per intraprendere investimenti di tale spessore è necessario identificare il corretto equilibrio tra le variabili del costo, delle potenzialità del mercato, dei punti di forza della location e dei vincoli di natura burocratica”.
Dal punto di vista di come si organizza una fiera, in molti sostengono che la Iaapa fa scuola. Lei concorda?
“Alla Iaapa di Orlando tutto ha una dimensione amplificata e di rilievo. Appare immediatamente chiaro che la formula è efficace, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di una fiera dell’intrattenimento che si svolge nella capitale mondiale dell’amusement, in un territorio disseminato di parchi a tema e sostenuto da un’economia vigorosa. La formula, per quanto sia importante e di successo, riceve un’ulteriore spinta importante da questi fattori sociali, economici e geografici. Per intenderci, se la stessa fiera, con gli stessi organizzatori, si svolgesse in un’altra location, dubito che conseguirebbe i medesimi risultati”.