Focus su bambini e giochi coin-op: le idee e le esperienze di Roberto Marai
Parliamo di bambini e in particolare della fascia che arriva fino ai 10-12 anni, un’utenza che pesa sempre di più nelle sale di intrattenimento per famiglie di oggi. Sbaglio?
“Non sbaglia assolutamente. I bambini, con i loro genitori, sono importanti frequentatori dei nostri locali trovandovi occasioni di sano divertimento in famiglia, lontano da pericoli, console, PC, telefonini e TV. Inoltre, se parliamo della fascia 10-12 anni, sono loro il target principale di uno dei business oggi più centrali di sale e Fec, ovvero le feste di compleanno. Da qualche anno a questa parte l’organizzazione di questi piccoli eventi risulta essere una mossa vincente per i locali non solo per il lato economico, bensì anche per quello promozionale. Le feste di compleanno sono in primis un momento di condivisione, di divertimento e gioco per ragazzi e famiglie, ed è un momento che non va mai sottovalutato. Va studiato, progettato, seguito e premiato con un miglioramento costante del servizio offerto e un continuo aggiornamento dei prodotti. Bisogna inoltre tenere conto che i bambini, giocatori in prima linea nelle nostre sale, sono nostri potenziali clienti futuri. È quindi importante mantenere la qualità del servizio sempre ai massimi livelli per fidelizzarli fin da piccoli”.
Immagini di dover stilare una classifica delle tipologie di gioco preferite dai bambini. Quali metterebbe sui primi 3 gradini del podio?
“Al primo posto, a mio modesto parere, ci potrebbero essere i simulatori sportivi, in particolare quelli di guida: videogiochi in cui la partecipazione è interattiva. Subito dopo le ticket redemption grazie alla capacità di abbinare l’abilità e la possibilità di una gratificazione. Ultimi ma non ultimi, credo rimangano i grandi classici come le piastre ad aria adatte a grandi e piccini… o i flipper, apparecchi a cui personalmente sono molto affezionato, e che riescono a far divertire, con un tuffo nel passato, anche noi grandi”.
I kiddie ride sono ancora degli evergreen tra i bambini?
“Se parliamo dei bambini più piccoli, dai 3 ai 6 anni, solitamente per loro i kiddie sono una tipologia di apparecchi sempre molto piacevole e di richiamo, basta pensare al classico cavallo o trenino. Da qualche anno a questa parte, si nota però una ‘evoluzione della specie’: molti kiddie ride non trattano più solo di amusement, e quindi di divertimento ma sono anche educational. E in numero ancora superiore sono giochi interattivi, dove il bambino deve interagire con l’apparecchio aiutando per esempio la guida del mezzo sul monitor. Un modo per divertirsi e al tempo stesso sviluppare delle abilità”.
A livello di preferenze, ha osservato differenze tra maschietti e femminucce?
“Non credo ci siano grandi differenze in quanto quando un gioco riesce ad abbinare bene abilità e intrattenimento, piace a tutti. Sicuramente, se trattiamo di apparecchi brandizzati è sottointeso che i temi sportivi di solito attirano più i maschi, mentre le bambine sono più inclini a giochi con animali o personaggi provenienti da mondi fantastici”.
Cartoon, serie TV e film influenzano molto i loro gusti?
“Sicuramente il gioco licenziato a primo impatto e se introdotto nel momento giusto (mi viene da pensare poco prima o poco dopo l’uscita di un film o cartone) può avere un forte potere di attrazione. Nonostante questo vantaggio, i giochi legati a serie Tv o film del momento risultano avere poi la necessità di esser aggiornati o rinnovati per perdurare nel tempo”.