Parliamo di donne…

Ci piacerebbe soffermarci con lei sul tema dell’utenza femminile di sale giochi e Fec. Gli osservatori dicono che sono in aumento le ragazze e donne che frequentano questi locali. Concorda, e se sì questo come ha influenzato l’offerta dei locali e il loro approccio agli ospiti?
“Credo che le donne siano sempre state presenti nei locali di intrattenimento quali bowling e sale giochi, sia al seguito dei propri fidanzati/mariti, sia in gruppo, per passare una serata tra amiche (penso in questo caso soprattutto ai bowling). Il passaggio poi a un concetto di Fec vero e proprio ha senz’altro aumentato la presenza femminile come logica conseguenza all’utenza famiglia. Il Fec ha cominciato a offrire spazi non esclusivamente dedicati al gioco, migliorando o addirittura introducendo, in alcuni casi, un’area ristorativa più completa e accogliente, eventi di musica e spettacolo, cabaret, tutte cose in grado di coinvolgere anche e soprattutto un pubblico non solo maschile. È migliorato anche il livello di sicurezza nei locali, garantendo al gruppo di ragazze una maggiore tranquillità”.

Ci sono tipologie di macchine che statisticamente piacciono di più al pubblico femminile?
“La prima risposta che darei è che la Dance Dance, comunemente detta “La Ballerina”, ha aperto al grande pubblico femminile il mondo ‘sala giochi’. Una macchina dedicata all’abilità del ballo, che permette sfide tra ragazzi e ragazze allo stesso livello, una macchina dove l’agilità conta quanto l’abilità mnemonica. Anche l’introduzione delle redemption, per esempio, ha però attratto e coinvolto il gioco al femminile, valorizzando abilità e attenzione e proponendo temi di gioco non necessariamente legati a sport/calcio, combattimenti o automobilismo. Poi ogni età trova una personale dimensione di gioco, secondo attitudini e passioni, ma non dimentichiamoci che una delle leve di successo dell’amusement, anzi se mi permette ‘il dovere’ dell’amusement, è farci dimenticare età, ruolo sociale, sovrastrutture varie e permetterci di fare, di giocare, come meglio crediamo!”

Sono principalmente donne, per meglio dire mamme, anche coloro che si relazionano con i locali per le feste di compleanno dei ragazzini. Sono clienti difficili da accontentare?
“Non ci sono clienti difficili o facili, ci sono clienti ai quali, nel limite del possibile, vanno soddisfatte le aspettative. Sicuramente qualsiasi mamma è sempre molta attenta nei confronti delle attività che organizza per il figlio e quest’attenzione, legittima e doverosa, va capita e gestita dall’operatore. È fondamentale che l’offerta sia chiara, comprensibile, illustrata nel modo corretto e che le ‘promesse’ siano mantenute; far capire al/alla cliente di un compleanno che comunque l’impegno sarà massimo per la riuscita dell’evento e gestire in maniera efficace qualche piccola criticità che si dovesse creare sono i presupposti per assicurarsi la soddisfazione dell’ospite e la migliore delle attività di promozione: il passaparola! Per concludere con una battuta, il papà non sarà mai un cliente difficile, delega il compito alla moglie!”

Le donne dipendenti e/o gestori di sale giochi e Fec. Sono ancora una minoranza, ma è auspicabile fossero di più? Potrebbero portare un valore aggiunto?
“Un grande valore aggiunto e non credo che siano una minoranza per motivi di ostruzionismo maschile. Lavorare in questo settore comporta prima di tutto un grande sacrificio in termini di ore di lavoro e di orario, due aspetti che male si coniugano con la legittima aspirazione alla costruzione di un nucleo familiare, aspirazione spesso più forte in una donna che in un uomo. Ciò detto, determinazione, competenza, capacità di gestire situazioni complesse, l’organizzazione delle operazioni e dello staff non hanno sesso e le donne hanno dimostrato che non esiste nessun gap nei confronti dei colleghi maschi, anzi la componente femminile nello staff di un Fec, a qualsiasi livello, ha un’importanza fondamentale nell’equilibrio qualitativo dell’ambiente di lavoro, cosa che necessariamente si riflette nella percezione della struttura che ha il cliente”.